Chi ha detto che il fast fashion è una prerogativa solo di grandi marche straniere?
Quando si parla di fast fashion, si intende un abbigliamento che coniuga capi moderni, che strizzano l’occhio alle tendenze della moda, con prezzi convenienti, alla portata di tutte (o quasi) le tasche.
In questo settore, i primi nomi che vengono in mente sono Zara, H&M, Bershka ma – perché no? – anche OVS o Benetton.
E poiché il fashion si coniuga in modi diversi, appartengono a pieno titolo a questo filone anche i brand del gruppo Pianoforte Holding.
Chi è Pianoforte Holding, potrebbe chiedere qualcuno …
Beh, in effetti la società è ben più nota per i marchi di cui è proprietaria, ovvero Carpisa, Yamamay e Jaked
Borse e valigie, intimo, costumi da bagno sono i rispettivi core business dei 3 brand, che hanno permesso alla società napoletana, facente capo alle famiglie Cimmino e Carlino, di crescere significativamente, arrivando ad un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro.
I segreti di questo successo sono da attribuire ad una strategia di posizionamento piuttosto chiara che, soprattutto per quanto concerne Carpisa, la pone in condizioni di correre quasi da sola nel segmento low cost.
Attenzione, non stiamo dicendo che non esistano competitor in questo specifico mercato, ma sono pochi quelli che hanno una notorietà e una diffusione, in termini di capillarità del retail, come Carpisa.
A ciò bisogna aggiungere uno stile fresco dei prodotti, un prezzo (come accennavamo sopra) abbordabile e un turnover dinamico degli assortimenti, con l’inserimento in gamma di collezioni “a tempo” come le capsule firmate da Penelope Cruz, testimonial Carpisa.
E in futuro?
Il gruppo, tuttavia, non intende adagiarsi sugli allori: dai vertici aziendali arriva conferma di un piano di espansione che poggerà in particolare su due driver, l’internazionalizzazione e l’e-commerce.
Da una parte, forte di una rete di negozi che conta già un migliaio di punti vendita in Italia e circa 300 all’estero, localizzati soprattutto nell’area balcanica, l’azienda punta ad espandere i propri orizzonti nel resto d’Europa innanzitutto, e poi verso i mercati notoriamente appetibili, quali Cina e Stati Uniti d’America.
L’altra direttrice di sviluppo è rappresentata senza dubbio dal canale online, che vede protagonisti i tre marchi, ciascuno con un proprio sito ecommerce piuttosto strutturato.
L’obiettivo dichiarato è arrivare a 500 milioni di fatturato entro il 2020 e, non senza un pizzico di sano campanilismo, non possiamo che augurare ad una realtà relativamente giovane (anche nel management) e così dinamica di centrare il target prefissato.